Le terapie diagnostiche in campo odontoiatrico hanno subito un’evoluzione tecnologica non indifferente. In pochi minuti infatti è possibile effettuare l’esame di TAC Cone Beam 3D (CBTC) o tomografia computerizzata e avere il referto in 3D della radiografia immediatamente, senza dover prenotare un altro appuntamento per l’analisi delle lastre.
Si tratta di un apparecchio radiologico recente che sfrutta una bassissima dose di raggi X emesse in forma conica (inferiori rispetto ai metodi di TAC tradizionale) e consente di ricevere nel giro di pochi secondi le immagini grafiche tridimensionali.
Nei prossimi paragrafi insieme al nostro team di esperti radiologi, andremo ad esaminare le circostanze in cui viene prescritta e il suo funzionamento.
Quando viene prescritta
La TAC Cone Beam 3D viene solitamente utilizzata per la pianificazione degli interventi chirurgici e per avere una panoramica precisa prima di cominciare un percorso terapeutico. Nel dettaglio viene effettuata:
- Nel caso in cui sia necessaria un’estrazione del dente;
- Prima di un intervento di implantologia per verificare la corretta posizione degli impianti, le loro dimensioni e la posizione;
- Nel contesto post-chirurgico per valutare eventuali complicanze;
- Per il controllo del muscolo temporo- mandibolare e la diagnosi di problemi masticatori;
- Prima di una devitalizzazione.
La CBCT, grazie al sistema di rotazione, permette di scansionare a 360° o a 180° l’area interessata.
La particolarità di questo sistema risiede nella possibilità di controllare il flusso di radiazioni: in questo modo anche i bambini potranno effettuarla tranquillamente, con il 40% di raggi in meno rispetto a un paziente adulto.
Come avviene la TAC Cone Beam 3D
La procedura d’esame non richiede alcuna preparazione, non è invasivo e ha una durata esigua. Dopo aver rimosso eventuali oggetti metallici presenti a livello della testa o del collo, il paziente in piedi viene fatto accomodare all’interno del macchinario, aperto ai lati e nella parte posteriore e resta immobile per circa 20 secondi. Lo scanner ruota attorno alla testa e riporta una serie di immagini distinte che vengono successivamente ricostruite in formato 3D. Una volta conclusa la TAC, il dentista potrà rimuovere l’apparecchio e, dopo un’attenta analisi del referto, potrà verificare insieme al paziente la terapia più adatta alla sua condizione e concordarne le modalità e i termini.