Questa malattia metabolica tipica dell’età avanzata è caratterizzata da una riduzione della componente minerale delle ossa.
L’osteoporosi porta a un progressivo deterioramento della struttura del tessuto osseo. Provoca la fragilità del sistema scheletrico, indebolendolo a tal punto che anche piccoli traumi possono provocare fratture. Si tratta di una problematica molto importante che crea non pochi problemi alle persone che ne soffrono. È quindi molto importante che la diagnosi di osteoporosi sia effettuata precocemente, in modo da intervenire il prima possibile.
In questo articolo, CMR Borgomanero ci parla degli esami necessari a una diagnosi di osteoporosi.
Quando preoccuparsi
Non esistono veri e propri sintomi specifici dell’osteoporosi, la cosa più importante da tenere sotto controllo, per esempio, è un semplice dolore osseo, ma questo può essere sintomo anche di altri disturbi. Bisogna quindi stare attenti che i dolori, per essere osteoporosi, compaiono dopo essere stati a lungo in piedi, scomparendo poi una volta sdraiati.
Altri sintomi possono essere:
- calcolosi renale
- ipercalcemia
- ipercifosi
- iperlordosi
- osteopenia
Osteoporosi, effettuare una diagnosi
L’unico modo per individuare con certezza questa patologia è l’esame specifico MOC, ovvero mineralometria ossea computerizzata, con tecnica DXA. Questa tecnica consente di valutare il pericolo di fratture, per poi organizzare la fase di monitoraggio, verificare le risposte dell’organismo e l’applicazione dei protocolli farmacologici.
Si tratta di un test molto utile e per nulla invasivo, che permette comunque dei riscontri precisi.
In ogni caso generalmente la diagnosi di osteoporosi si ricava dall’insieme di più fattori che vengono analizzati in contemporanea. Oltre alla MOC generalmente lo specialista usa infatti quelle che vengono definite delle “carte di rischio”. Ovvero dei calcoli molto complessi che servono all’elaborazione delle variabili per la stima dei rischi di frattura nell’arco dei 10 anni successivi al test strumentale.