La Risonanza magnetica alla colonna vertebrale, o più precisamente risonanza magnetica nucleare alla colonna vertebrale (RMN), è uno screening diagnostico che utilizza campi magnetici e onde radio per diagnosticare o escludere patologie che possono riguardare il tratto cervicale, dorsale, lombare e sacrale.
Non sempre in fase di diagnosi è necessario sottoporsi a questo esame, oggi però, insieme a CMR Borgomanero vedremo quali sono le varie possibili casistiche che necessitano di una risonanza magnetica della colonna vertebrale.
Risonanza magnetica della colonna vertebrale, quando è consigliata
Come abbiamo visto questo esame serve principalmente per diagnosticare o escludere patologie che possono riguardare il tratto cervicale, dorsale, lombare e sacrale.
Quindi è di particolare interesse per persone in cui si sospetta un’alterazione a carico dei dischi intervertebrali, come protrusioni ed ernie. Ma è consigliata anche per analizzare alterazioni del tessuto osseo e del midollo spinale.
Si prescrive la risonanza magnetica solitamente per risalire all’origine di disturbi per cui altri esami diagnostici non hanno dato esiti. Nel nostro caso, per esempio, non è raro che prima si provi con alcuni trattamenti, ipotizzando cause di vario genere, poi si passi alle radiografie e infine, quando ancora la causa non è stabilita, si ricorra quindi alla risonanza.
Cosa si individua tramite questo esame
La risonanza magnetica della colonna vertebrale è utile a diagnosticare alcune patologie o problematiche, quali:
- tumori ossei
- tumori del midollo
- infiammazioni
- infezioni
- malattie degenerative
- metastasi
A chi non è indicata
Come molti esami purtroppo non tutti vi si possono sottoporre senza alcun rischio. Nello specifico non possono sottoporsi a questo tipo di esame i portatori di pacemaker o di dispositivi ad attivazione magnetica, come elettrodi e neuro stimolatori. Neanche a chi indossa protesi di non accertabile compatibilità con i campi magnetici è consigliato sottoporsi a questo esame.
Inoltre, nel caso non fosse certa la presenza nel corpo del paziente di parti metalliche, come punti di sutura, clip, placche metalliche o protesi, si dovrà informarne il personale medico e paramedico, che potrà disporre l’esecuzione preliminare di radiogrammi che consentano di verificarne l’effettiva presenza.
Infine, è un esame in generale sconsigliato nel primo bimestre di gravidanza.