Il carcinoma mammario, meglio conosciuto come tumore del seno, è un tipo di tumore in cui le cellule del seno si dividono e crescono in maniera incontrollata all’interno della ghiandola mammaria.
Si tratta della forma tumorale che più colpisce la popolazione femminile e anche una piccolissima parte di quella maschile. Presenta anche una buona dose di mortalità, ma se la diagnosi del tumore al seno avviene presto, ci sono ottime possibilità di superarlo.
Nell’articolo di oggi ci affideremo a CMR Borgomanero per farci spiegare come funziona la diagnosi.
Lo screening del tumore al seno
Il primo passo per scoprire se si ha un tumore al seno è sottoporsi allo screening o a una di mammografia. La procedura si attua sia a seguito di una richiesta volontaria del paziente, che potrebbe aver notato qualcosa di sospetto durante l’autopalpazione. Oppure tramite richiamo del servizio di prevenzione che si attiva con ricaduta periodica.
Questa, con precisione, si tratta di una radiografia che da due punti “fotografa” il seno per andare alla ricerca di noduli o di eventuali malformazioni che potrebbero essere l’inizio di una formazione. Può essere chiamata anche “diagnostica per immagini“.
Se per caso venisse riscontrata una presenza sospetta, a questo punto bisognerebbe confermare si tratti di una formazione benigna o maligna.
Tumore maligno o benigno: come lo si capisce?
A questo punto il medico prescriverà una biopsia, che può essere eseguita in un ambulatorio di senologia diagnostica con un prelievo mediante un ago inserito nel nodulo. In alcuni casi particolari è possibile dover ricorrere al lavaggio dei dotti, ovvero l’introduzione di liquido nei dotti galattofori attraverso i forellini presenti sul capezzolo. Il liquido raccolto dopo questo “lavaggio” contiene alcune cellule della parete dei dotti stessi che possono essere studiate al microscopio alla ricerca di eventuali atipie.
Grazie a questi campioni è possibile eseguite diverse analisi che permettono di esaminare le caratteristiche delle cellule, esame denominato esame citologico, o del tessuto, esame istologico. Queste indagini serviranno anche per valutare ogni caratteristica del tumore.
Potrebbero essere necessarie anche ulteriori indagini radiologiche per verificare l’eventuale diffusione in altre aree dell’organismo, attraverso esami quali radiografia del torace, ecografia, tomografia computerizzata (TC), scintigrafia ossea o tomografia a emissione di positroni (PET).
Dopo tutti questi esami sarà possibile ultimare la diagnosi e procedere con il trattamento.