Lo screening di un tumore al seno è un’analisi medica che serve per individuare la possibile presenza di noduli al seno e quindi di un principio o di un tumore.
Normalmente lo si fa con periodicità per essere sicuri di non lasciarsi sfuggire eventuali formazioni.
Nell’articolo di oggi, CMR Borgomanero continua il suo percorso sulla prevenzione del tumore al seno.
Come si effettua uno screening contro il tumore al seno
Chiamato anche mammografia, lo screening è un esame radiografico che consente di visualizzare precocemente la presenza di noduli non ancora palpabili che possono essere dovuti alla presenza di un tumore.
Di solito si effettua realizzando due proiezioni radiografiche, una dall’alto e l’altra lateralmente. I risultati vengono valutati separatamente da due radiologi per garantire una maggiore affidabilità della diagnosi.
Cosa fare in caso di esito positivo
Si spera sempre che questo esame dia esito negativo. Ma se dovesse dare esito positivo, potebbe esserci ancora tempo per intervenire.
Lo screening non dà modo di capire quanto grave sia la situazione. Ad oggi, infatti, non esistono strumenti che consentono di prevedere quale lesione diventerà un cancro invasivo e quale rimarrà silente per anni. Quindi si opta sempre per l’eventualità peggiore, intervenendo come se fosse un effettivo cancro.
In questo caso la donna viene invitata a eseguire una seconda mammografia, un’ecografia e una visita clinica, per confermare l’effettiva presenza di un tumore. Se questi esami di accertamento daranno anch’essi un esito positivo, sarà quindi il caso di procedere al trattamento. Questo prevede quasi sempre un intervento chirurgico con il fine di rimuovere le aree malate. L’intervento è spesso accompagnato da cicli di radioterapia o chemioterapia per indebolire il tumore in corso.