Gennaio è il mese internazionalmente dedicato alla prevenzione del tumore al collo dell’utero, un tipo di tumore che è più frequente nella fascia di età compresa tra i 35 e i 50 anni, con circa 3.500 nuovi casi/anno.
La principale causa responsabile è l’infezione da Papilloma Virus Umano (HPV), in particolare di tipo 16 e 18 che si trasmette durante l’attività sessuale.
In Italia, il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati.
Noi del Centro Radiologico Borgomanero siamo pronti a presentare, nell’approfondimento di oggi, tutte le informazioni utili in ottica di prevenzione.
Cos’è il collo dell’utero (o cervice)?
Il collo dell’utero è la porzione inferiore dell’utero. Tra la parte esterna e la parte interna di esso si trova un’area estremamente delicata soggetta a cambiamenti durante i diversi stadi della vita di una donna (pubertà, parto e menopausa), ed è proprio da qui che inizia a svilupparsi la maggior parte dei tumori del collo dell’utero.
Perché è importante aderire allo screening
È stato dimostrato che il tumore del collo dell’utero nel 99 per cento dei casi ha come causa l’infezione da Papillomavirus e che circa l’80 per cento delle donne contrae l’infezione nel corso della propria vita.
Nella maggior parte dei casi il virus viene facilmente eliminato dall’organismo, l’infezione è quindi temporanea e tende a regredire spontaneamente in 1-2 anni, senza causare lesioni uterine (cosiddette precancerose).
Nella piccola percentuale di donne in cui l’infezione diventa persistente, soltanto una parte sviluppa le lesioni che precedono il cancro invasivo. Il processo tumorale è in genere lento: sono necessari circa 10-15 anni prima che l’infezione da HPV, una volta instauratasi, porti allo sviluppo del cancro. Nelle donne che si sottopongono regolarmente ai controlli, si ha quindi il tempo necessario per rilevare l’infezione e diagnosticare eventuali lesioni precancerose che, se non trattate, potrebbero evolvere verso un tumore invasivo.
Il tumore della cervice uterina può essere diagnosticato in fase molto iniziale o addirittura precancerosa se viene effettuato regolarmente lo screening con il Pap-test o con l’HPV-test. In base ai risultati dei test, il medico sarà quindi in grado di stabilire quanto aggressiva rischia di essere una eventuale alterazione pre-cancerosa e decidere con più efficacia la strategia di intervento.
Se dovessero essere riscontrate anomalie, il medico potrà prescrivere ulteriori esami, come per esempio la colposcopia, un esame che dura pochi minuti, è indolore e viene eseguito dal ginecologo in ambulatorio. Nel corso della colposcopia è anche possibile asportare le lesioni più piccole per eliminare il rischio che vadano incontro a una trasformazione in senso tumorale.
Qualora vi sia una diagnosi di cancro della cervice, possono essere prescritti esami come tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica o tomografia a emissione di positroni (PET) per determinare con maggiore precisione l’estensione del tumore.